Sunday, December 31, 2006
Ma che gli posso dire?!?!
Al che, il furbastro mi ha guardato negli occhi, dicendo: "Mamma, io vengo dove ci sei tu perche' cerco il tuo calore!!!"
Ma che gli si puo' dire?!?!?!
Maryland Science Center
Thursday, December 28, 2006
"Brusa la vecia!"
... che voglia di fare una ricerchetta etnografica sulle pratiche e credenze della vecia!! Sono sicura che sia un legame tra la vecia che viene bruciata e il potere femminile che fa paura e viene associato alla stregoneria... Per ora ho trovato questo:
http://www.formorefun.it/natale/befana.htm
http://www.viaggiando-sus.it/turismo_itinerari_vis.cfm?ID=28
http://www.acam.it/natale2002.htm
Personaggio mitico e legato ai riti della fertilita', la befana ha origini molto antiche. Ad esempio, in Grecia, era la dea Hera a percorrere il cielo portando doni e abbondanza durante dodici notti solstiziali. Hera, legata a Diana, patrona della stregoneria, era la dea notturna per eccellenza, che soprintendeva al noto “Corteo di Diana”, in cui le donne compivano i loro sortilegi. Donne che, dopo l’avvento del Cristianesimo, vennero considerate pagane, malvagie e dissolute. Questa decadenza spiega anche, con tutta probabilità, l’aspetto attuale delle Befane: donne brutte e sdentate, dai capelli arruffati e coperte di miseri stracci, proprio come le streghe che ben conosciamo.
In veneto la strega e' chiamata anche Marantega, nome che si avvicinerebbe a Mater Antiqua, e vista a cavalcioni su una scopa. La scopa stregonesca e' un attrezzo magico che ricorda fortemente il bastone o la “bacchetta magica”, simbolo priapico e al tempo stesso legato all’albero. Anche la tradizione della scopa potrebbe derivare dagli antichi culti dionisiaci e in particolare dal Tirso, il mitico bastone avvolto da foglie d’edera e vite e con in capo una pigna, elemento legato alla fertilità a causa dei “frutti” che nasconde nel suo seno. Nel medioevo si credereva che la scopa fosse il mezzo di trasporto delle streghe che, attraverso essa, raggiungevano i loro raduni. In realtà la scopa è un simbolo priapico che solo successivamente , verso il XV sec. acquista l’immagine della famigerata scopa e la sua stessa posizione , tra le gambe della donna, la rendono un fortissimo simbolo di fertilità e prosperità. Ancora oggi , dunque , nel periodo natalizio , strane donne a cavalcioni di scope , alberi illuminati , piccole bacche bianche (visco) ci fanno rivivere antiche tradizioni di un mondo e un culto oramai perduto: La Foresta.
IL FALO'
In origine il falò altro non era che un rito pagano col quale si voleva chiedere abbondanza di raccolti per tutto l’anno Ancora oggi è diffusa l'usanza di “ardere la vecchia”: un enorme pupazzo, composto da legna, stracci e fascine, di forma umana, viene posto su di una pila di legna e dato alle fiamme.
La figura della “vecia” era anticamente una specie di capro espiatorio per esorcizzare tutto il male e per propiziarsi l’abbondanza e la fertilità dei campi. Con la distruzione della vecchio nell’immaginario popolare (forse un antico retaggio di sacrifici umani o animali) si intendeva rappresentare la fine di tutti i mali. La stessa cosa avviene la notte di Capodanno, quando si lanciano oggetti vecchi dalle finestre. In alcune località del Veneto e del Friuli si lanciano delle ruote di legno incendiate lungo i pendii dei monti; il rito viene detto “rito della stella”, perché anticamente le ruote rappresentavano la corsa del sole nel cielo. Nel trevigiano era in uso fino a pochi decenni fa la tradizione della “notte del panevin”. Si accendevano grandi fuochi, appiccati dai bambini più piccoli del paese, e tutti prendevano a danzare attorno al falò intonando un canto, bevendo vin brulè (vino caldo cotto con spezie varie tra cui chiodi di garofano) e mangiando la pinza (dolce tipico dell’epifania). Dalla direzione del fumo si poteva stabilire il successo o meno della mietitura: “fumo a la montagna un anno de cucagna, fumo a la marina ciol su el sac a va a farina!”. Quando il fumo saliva dritto verso l’alto i ragazzi saltando tra una brace e l’altra cantavano “el pan e vin”, da qui il nome del falò detto ancor oggi pan e vin.
In citta', la vecia viene bruciata a metà quaresima. Alla vecia veniva, e viene tuttora, fatto un vero e proprio processo nel centro cittadino, durante il quale si elencano tutte le "magagne' dell'anno trascorso, ed è consentito deridere politici e personaggi di spicco dello zona. Il rogo purificatore e' necesasrio per lavare i problemi, e dimenticare le austerita' dell'inverno.
Wednesday, December 27, 2006
Ma col Natale, se n'e' andata anche zia Eva... snif!
Io ancora non capisco perche' non vive assieme a noi, visto che e' la sorella della mamma.... La mamma ha detto che zia tornava in Messico per stare con Gabriel, ma io le ho fatto presente che le sorelle e i fratelli vivono assieme, no?!
Cara zia, oggi quando mi sono svegliato e non c'eri mi veniva da piangere, ma la mamma mi ha detto che tornerai per la nascita della sorellina, e allora mi sono tranquillizzato! Io ti sto aaspettando zia!
Tuesday, December 26, 2006
Finalmente e' arrivato Natale...
Ah! Che Natale impegnativo! Prima ho decorato l'albero...
(un aiutino l'ha dato anche zia...)
...poi ho aiutato mamma a cucinare....
... poi ho intrattenuto tutti con le mie storielline...
...senza dimenticare di dare una controllata fuori nella speranza di vedere Babbo Natale...
...mentre mantenevo il fuocherello acceso aggiungendo carta di tanto in tanto...
...e soprattutto Babbo Natale!
Avevo anche scritto una letterina a Babbo Natale per chiedergli....
"CARO BABBO NATAL(L)E MI SONO COMPORTATO BENE E VOGLIO UN CASTELLO COME QUELLO DI DANILO. LEO"
Beh! Babbo Natale e' veramente arrivato e deve aver letto la letterina che avevo appeso all'albero perche' ha portato il regalo giusto!
the aftermath....
.... e babbo mi legge le storielle che i nonni toscani hanno scritto apposta per me!! Grazie mille nonni, mi sono piaciute moltissimo!!!!
Il giorno dopo, Giulia e' venuta a giocare con me e abbiamo anche fatto la nap passieme!